- Toscana
anno 2021
Castello di Romena
Dal 23-05-2021
Descrizione
Visita del Castello. Fanno eccezione alcune parti delle Torri: l’ingresso infatti è consentito solo dal basso, l’accesso alle scale che portano sulle sommità è interdetto.
Dimora: Castello Di Romena
Il castello di Romena, uno dei più maestosi castelli monumentali dei Conti Guidi del Casentino, sorge su un colle di 626 m s.l.m. nella vallata del fiume Arno, in posizione centrale nell'Alto Casentino Fiesolano, nel Comune di Pratovecchio – Stia. Conserva le vestigia della sua antica grandezza nelle strutture dell’area del cassero e delle due cerchie murarie concentriche disposte su diverse quote, che ne testimoniano le varie fasi costruttive a cui andò incontro tra il X e XI secolo. Fondato dai Marchesi di Spoleto nel corso dell’ XI secolo, conobbe una seconda fondamentale fase edificatoria dopo che nel corso del XII secolo entrò a far parte dei possessi dei Conti Guidi arrivando al massimo splendore architettonico. Durante la signoria guidinga vi abitò Dante Alighieri nel primo periodo del suo esilio del 1302. Il Castello è altresì rinomato per l’episodio della falsificazione dei fiorini da parte di Mastro Adamo. (Canto XXX dell’Inferno). Alla metà del 1300 fu ceduto tramite vendita dai Conti Guidi alla Repubblica di Firenze, divenendo sede di Comune. Il complesso, così come lo possiamo ammirare ancora oggi ha un orientamento Sud/Est ed è frutto dell’attività edificatoria raggiunta nel corso del 1200. Nel 1768 il castello venne messo all'incanto pubblico e acquistato dai Conti Goretti de’Flamini che ne detengono ancora la proprietà. Nel 1902, il poeta Gabriele D’Annunzio fu ospite del Conte Goretto Goretti de’Flamini e qui scrisse numerose liriche dell'Alcyone. Dopo i restauri della metà degli anni ’50 il Castello ha assunto l’attuale fisionomia architettonica, rimanendo uno dei monumenti castellani più significativi del Casentino. DESCRIZIONE DEL CASTELLO La Postierla è la torre centrale che protegge il ponte levatoio. Vi erano inoltre, lateralmente alla Postierla, due specie di trinceramenti detti Revellini che permettevano ai combattenti di difendersi ed eventualmente di ritirarsi attraverso le due porticine laterali esistenti nella Torre. Quando i fiorentini sono entrati in possesso del Castello hanno scolpito il giglio fiorentino sul vecchio architrave della porticina. La Torre delle Prigioni: non vi era accesso dal basso e si entrava solo dalla porticina che si affaccia sul cammino di ronda, sorretto da beccatelli. I prigionieri che venivano giudicati nella parte superiore della torre venivano poi calati, attraverso una botola, nei tre piani della torre a seconda delle pene che dovevano scontare. Alcuni studiosi di cose dantesche hanno avanzato la supposizione che siano stati proprio quei vari piani delle diverse pene a far nascere nella mente di Dante l’idea dei cerchi dell’inferno. La Piazza d’Armi: era il grande piazzale cintato da un’alta cerchia muraria, sulla sommità della quale correva il cammino di ronda. Su questo cammino di ronda i difensori all'interno si proteggevano riparandosi dietro ai merli guelfi. La piazza d’armi serviva per le esercitazioni militari dei soldati e della cavalleria. Il Cassero, dove viveva la famiglia dei Conti Guidi, si trovava tra la Postierla e la torre del Mastio ed una volta alzato il ponte levatoio non vi si poteva accedere per la presenza di un fossato a secco. Le acque piovane dei tetti delle costruzioni interne confluivano nella sottostante cisterna. Il Mastio era, oltre che la prima torre di difesa dall'attacco frontale, anche l’ultima torre da difendere. All'interno, a mezzo di scale, i superstiti si calavano in un sotterraneo, che, si dice, portasse fino al Convento delle Monache in Pratovecchio, quale via di fuga. Le tre torri erano molto più alte delle attuali. Sul fronte del Castello esistono due bellissime porte originali dell’epoca, di accesso al Castello: Porta Bacìa, perché sempre in ombra (bacìo) e Porta Gioiosa, sempre al sole. Un’altra Porta esiste sulla strada medioevale in direzione della Pieve romanica, si chiama Porta Don Gori lungo la quale si trova la “Fonte Branda”, anch'essa citata da Dante, nel Canto XXX dell’inferno. All'interno della cerchia muraria si trovavano le abitazioni coloniche oltre ad un ospedale ed una chiesa per i pellegrini (Santa Maria Maddalena) crollati a seguito dei terremoti del 1579 e del 1729.
Indirizzo
Loc. Romena
52015 Pratovecchio Stia AR
Prenotazioni concluse
Contatti
Sito web: www.castellodiromena.it ; Facebook: www.facebook.com/Romenacastello ; Instagram: www.instagram.com/castellodiromena