- Lazio
anno 2021
Ponte Lupo
Dal 23-05-2021
Descrizione
Visita guidata per massimo 50 persone di Ponte Lupo e dintorni.
Si raccomanda di vestirsi comodamente in quanto la strada, non asfaltata, è mediamente difficile; inoltre possibilità di parcheggiare all'interno.
Per informazioni e prenotazioni pontelupo@gmail.com
Dimora
"Questo ponte è il più famoso e il più interessante di tutti i ponti degli acquedotti" così asserisce Thomas Ashby, il famoso archeologo britannico che dedicò gran parte dei suoi studi alla campagna romana. Non si può non essere d'accordo con lui. Prima di tutto per la grandiosità della costruzione di questo capolavoro d’ingegneria idraulica e per il meraviglioso contesto di Agro Romano Antico in cui si trova. "Chi vorrà considerare con attenzione… la distanza da cui l'acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i ponti che sono stati perforati, le valli che sono state superate, dovrà riconoscere che nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso" Plinio il Vecchio a proposito degli Acquedotti. Quella che vediamo oggi è la porzione visibile, il frammento colossale dell'acquedotto, costruito nel 144 a.C. dal pretore Quinto Marcio Re, realizzato per tenere l'acqua Marcia in quota ed evitare, per dirla sempre con Plinio il Vecchio, che questo “dono fatto all’Urbe dagli Dei” di acqua purissima e buona, giungesse a Roma con forza eccessiva.
Raccoglieva l'acqua dell'Alto Bacino dell'Aniene attingendo direttamente dalle sorgenti (Arsoli ed Agosta) al contrario dell’Anio Vetus che prendeva acqua dal fiume. Era considerata la migliore acqua tra quelle che arrivavano a Roma. L'acquedotto Marcio, uno tra i più lunghi (91,4 km) e tra quelli con maggior portata, circa 190.000 metri cubi d'acqua al giorno, fu realizzato in speco sotterraneo, emergendo con ponti e strutture in corrispondenza degli attraversamenti di fossi e valli. Ponte Lupo è il più significativo di questi straordinari monumenti, punto di snodo di 3 o forse 4 acquedotti romani. (Marcia, Claudia e Anio Novus).
Ponte Lupo, poco distante dalla Villa di Adriano, sorge nel bel mezzo della vallata del Fosso dell’Acqua Rossa, anche detta Valle dei Morti, probabilmente per il gran numero di reperti umani ritrovati, oltre quelli archeologici, e chiude la valle come una diga, lunga circa
115 metri, alta quasi 30 e con uno spessore di oltre 18 metri. E’ uno dei manufatti romani oggetto del maggior numero di restauri e rifacimenti in epoca romana.
Riassume in sé almeno 10 secoli di storia, partendo dal 144 a.C., anno di costruzione, proseguendo coi restauri di Agrippa, Augusto, i Flavi, Adriano, i Severi e Diocleziano, sicuri e documentati dalle fonti.
Poi sappiamo che nel 537 subì il taglio da parte dei Goti (il taglio degli acquedotti) e lo ritroviamo ancora con Adriano I nell’VIII secolo e sappiamo che era ancora funzionante, così come nel IX e nel X secolo, sembra con un nome diverso, ACQUA IOVIA. Dopo di che non abbiamo più notizie. Per il gigante dell’Acqua Marcia, gloria di Roma, arrivò il silenzio. A riscoprirlo fu il grande archeologo britannico Thomas Ashby, tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, a cui dobbiamo la pubblicazione più esaustiva al riguardo.