Giornata Nazionale A.D.S.I. - domenica 22 maggio 2022 - Scopri e prenota - Puglia
year 2022
Dal 22-05-2022
Descrizione
Androne, cortile, scalinata, Salone Scoperto. Visita per singoli e gruppi
Dimora: Palazzo Imperiali Filotico
Costruito a partire dal 1717-19 da Michele III Imperiali, principe di Francavilla e feudatario di Casalnuovo-Manduria, secondo uno schema barocco che volge le spalle alla città antica, aprendo la città su nuovi assi prospettici rivolti verso la Porta Napoli. All'estinzione del ramo principale della famiglia Imperiali (1785) l'edificio, non ultimato, passò al Regio Fisco, fu poi acquistato da Vincenzo Imperiali, del ramo dei marchesi di Latiano, infine nel 1827 passò ai Filotico, una delle famiglie patrizie manduriane affermatesi nel XVIII secolo, al tramontare del sistema feudale. Si tratta di una delle pochissime dimore principesche di Puglia ancora destinate a residenza privata: i Filotico vi risiedono da 9 generazioni mentre alcuni locali al piano terreno sono invece passati di proprietà nel dopoguerra ed ospitano attività commerciali. Il palazzo (chiamato "il castello", nella tradizione locale) è concepito secondo uno schema classico a pianta quadrata e isolato sui quattro lati; Il progettista è tuttora ignoto, mentre è attestata la direzione lavori di Mauro Manieri, architetto leccese che ebbe grande fama agli inizi del XVIII secolo. Per lo stile severo ed austero, il palazzo si discosta notevolmente dal panorama dell'architettura salentina dell'epoca: l'unica concessione al gusto rococò del tempo è costituita dalla lunga balconata in ferro lavorato "a petto d'oca". L'infilata dei saloni percorre il piano nobile per tutta la lunghezza delle facciate, fino alle terrazze poste nella parte retrostante. La scalinata a doppia rampa aperta sull'atrio, realizzata dopo terremoto che colpì la Terra d’Otranto nel 1743 in variante rispetto al progetto originario, presenta elementi di chiara matrice Vanvitelliana, con un gusto già neoclassico. Anche il portale principale, quasi sicuramente modificato nella seconda metà del settecento, presenta evidenti legami stilistici con analoghe opere di Vanvitelli e Gioffredo, attivi a Napoli nella seconda metà del '700.