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anno 2023
Abbazia del Pero Porcellato - Zorzi SOLD OUT
Dal 21-05-2023
Descrizione
Visita guidata con i proprietari al Brolo e all'antico frutteto, al Chiostro Romanico (XII sec.) e al Refettorio con affreschi del 1604. Orario di visita alle 11:00 e alle 12:30. 20 persone max per turno di visita. PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA tramite il modulo a fondo pagina.
Dimora
L'Abbazia del Pero Porcellato Zorzi dal 958 ha ospitato e personalità di spicco che governavano i territori a lei circostanti. Nel 1017 il primo documento che attesta la preesistenza dell'Abbazia è firmato da Enrico II il Santo imperatore del Sacro Romano Impero. Nel 1222 Ezzelino III da Romano all’interno del suo chiostro, sotto una pianta di faggio, fu investito dell’avvocazia e della giurisdizione del territorio compreso tra la Piave ed il Vallio. Durante la Prima Guerra Mondiale, Ernest Hemingway, diciassettenne, giunse nei territori tra l'Abbazia e Fossalta di Piave a servizio della Croce Rossa Americana, nei giorni della Battaglia del Solstizio. A cavallo della sua bicicletta, zaino carico di generi di conforto in spalla, il tenente Hemingway si recava ogni giorno verso Fossalta a trovare i militari impegnati lungo la Piave. A Fossalta, il giovane scrittore si espose incautamente al fuoco nemico e nella notte dell’8 luglio venne colpito da una granata che gli procurò gravi lesioni. All’alba un’autoambulanza lo trasferì alla Sezione di Sanità di Fornaci, presso le locali scuole, dove gli vennero estratte 28 schegge principali, gli praticarono l’iniezione antitetanica e fu imbottito di morfina per calmargli i dolori. A Fornaci avvenne anche un altro fatto importante nella vita di Hemingway, il battesimo cattolico, che gli venne impartito dal cappellano militare don Giuseppe Bianchi, monaco benedettino olivetano, capellano della Brigata Ancona,26 assieme all’estrema unzione: spesso in modo equivoco, Hemingway si riterrà poi “un po’ cattolico”. Sempre durante la Prima Guerra Mondiale era presente Julien Green, scrittore francese d’origine americana, primo straniero ad esser ammesso all'Accademia di Francia nel 1971. “Una volta la settimana mi mandavano con l’autoambulanza in un luogo chiamato Monastier di Treviso. Come dice il nome era un antico convento, e stando ai pettegolezzi i monaci che lo avevano abitato non si erano comportati molto bene. Ricordo i grandi edifici scuri che facevano pensare a una fortezza in mezzo al bosco, il cortile imponente e severo e una sala immensa, così scura che si vedeva soltanto avvicinandosi alla finestra. Proprio lì, vicino a quella finestra, gli ufficiali italiani mi invitarono cortesemente a bere il caffè; uno di loro, alto, magro, il mento scuro, batteva le lunghe mani e chiamava: ‘Fiordelmondo!’. Le mura del cortile si rimandavano a gara questo splendido nome, finché appariva un soldato con un vassoio carico di una caffettiera e di sette o otto tazze. Di che cosa parlavamo? Non certo della guerra che gli italiani detestavano. L’ufficiale alto e magro mi disse un giorno che cosa facevano i monaci e io come al solito non capii subito, poi pensai che erano storie tipiche da racconti italiani e mi seccai un poco, perché c’era sempre in fondo al mio cuore l’idea che sarei diventato un giorno monaco anch’io, e un buon monaco. Un pomeriggio, mentre parlavo in cortile con un soldato, vidi venire verso di me un grosso ufficiale vestito senza eleganza. Aveva il viso molto pallido e floscio, ma i suoi occhi neri erano così vivi e attenti che, vedendolo, tacqui e mi allontanai di qualche passo."" Tratto da ""Mille strade aperte"", Julien Green, tradotto da Marina Valente, Rizzoli, 1968"
Prenotazioni concluse
Contatti
Per info: sanzorzi@iol.it; tel. +39 349 4466436 Facebook: Abbazia del Pero Instagram: @abbaziadelperoporcellatozorzi