XIII GIORNATA NAZIONALE - DOMENICA 21 MAGGIO 2023 - CLICCA QUI - Puglia
anno 2023
CORTILI di PALAZZO GIOIA
Dal 21-05-2023
Descrizione
Apertura del cortile monumentale anche nella giornata di sabato 20 maggio in quanto in concomitanza alla XIII edizione della giornata nazionale ADSI, nella piazza Sedile antistante il palazzo Gioia, si terrà una manifestazione organizzata dalla FIDAPA BPW Italy sezione di Corato, dal titolo: Il Fiore nell’Arte - 20-21 Maggio 2023 ESPOSIZIONE DI PANNELLI ILLUSTRATIVI (relazione storica del palazzo, piante e foto storiche, immagini delle volte e degli ambienti di rappresentanza che si affacciano sul cortile monumentale). ATTIVITA’ MULTISENSORIALE PER SOGGETTI CON DISABILITA’ VISIVA DAL TITOLO “ARTE DA TOCCARE” A CURA DELL’ U.I. C.I. – Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti – Sezione di Corato. ESTEMPORANEE DI SCULTURA E DI DISEGNO DAL VERO DEI PARTICOLARI ARCHITETTONICI DEL PALAZZO A CURA DEGLI ALUNNI DELL’I.I.S.S. “FEDERICO II STUPOR MUNDI” DI CORATO, COADIUVATI DAI DOCENTI.
Dimora
Il progetto di Palazzo Gioia risale ai primi decenni dell’Ottocento ed è stato ideato dall’arch. Giuseppe Mastropasqua di Giovinazzo, considerato uno dei maggiori architetti del Regno di Napoli. L’arch. Mastropasqua è citato sin dal 1810 dal capostipite della famiglia Gioia in un contratto nel quale gli vengono commissionati una serie di lavori da effettuarsi per i “rifacimenti e le novazioni” dei ruderi del castello normanno posseduto dai duchi Carafa. Il palazzo è un imponente blocco rettangolare caratterizzato al piano terra da un paramento in pietra sbozzata a corsi regolari sul quale si aprono due coppie di portali. I due portali che si affacciano su Piazza Sedile terminano nella parte superiore con conci caudati, mentre i due che si affacciano su Largo Plebiscito (lato antistante Corso Mazzini), presentano una piattabanda con conci a ventaglio. Il primo piano è rifinito ad intonaco ed è scandito da una serie di lesene leggermente in rilievo che riquadrano le campate dove si aprono le finestre e i balconi protetti da ringhiere in ferro. Il palazzo nella sua austera semplicità rappresenta un interessante esempio di quel Neoclassicismo che raggiunse anche le più remote contrade del sud Italia, a testimonianza dell’apertura culturale della borghesia emergente e della abilità tecnica delle maestranze locali. Il cortile costituisce un chiaro esempio dell’importanza riservata dall’architetto Mastropasqua agli spazi scoperti ubicati all’interno dei palazzi da lui progettati. Il cortile è a pianta quadrata ed è un esempio significativo di stile eclettico “greco egizio”, rientrante nel filone del revival storico ottocentesco. Il bugnato del piano terra è progettato nei minimi dettagli ed è realizzato a fasce di altezza regolare, alternate a fasce più sottili. Le colonne monumentali del piano terra e della loggia del primo piano cui si accede dallo scalone monumentale a doppia rampa, sono tutte realizzate con grandi rocchi sovrapposti di forma tronco conica, alternati a fasce più sottili. Sono prive di basamento e coronate da capitello decorato a ovoli. Il cortile è concepito in modo che intorno ad esso si affaccino le stanze destinate alla rappresentanza del primo piano. Tutte queste stanze sono riccamente decorate, e tra esse si trova il monumentale “salone delle feste”, che si affaccia sia sul cortile interno che su piazza Sedile. Al cortile si accede da due distinti portali di ingresso, uno rivolto verso Piazza Sedile e l’altro rivolto verso Largo Plebiscito (lato Corso Mazzini), posizionati sullo stesso asse. Di particolare interesse la vista prospettica visibile dal portale che si affaccia su Largo Plebiscito, poiché quando i due portoni sono aperti, si crea una prospettiva che attraversa il palazzo e, passando per piazza Sedile, rende visibile l’imbocco di via Roma che all’epoca della costruzione rappresentava uno degli assi portanti della vita della città. Il Palazzo sorge dove un tempo si trovava l’antico castello normanno di Corato eretto con ogni probabilità sin dal 1046 assieme alle mura di cinta del borgo, per volontà di Pietro il Normanno. Il castello era simbolo dell’autorità governativa ed amministrativa della città ed era stato eretto in prossimità di una delle porte di accesso più imponenti, detta Porta Maggiore o Porta Vecchia, rivolta verso Ruvo, sulla quale Federico II aveva fatto apporre la frase “Coratum felix orbisque uberrima tellus”, che vuol dire “Corato feconda e terra più rigogliosa del mondo”. L’abbattimento della porta fu eseguito nel novembre del 1820 e comportò alcuni problemi di staticità al palazzo stesso. La porta viene descritta con precisione in uno scritto risalente all’inizio del XIX secolo nel quale si afferma che “partendo dall’angolo di sinistra dell’attuale Palazzo Gioia (già castello del Duca Carafa-Stadera) vi era l’arco della Porta Vecchia” (Niccolò Molinini, Corato nella leggenda e nella storia, 1958, pag. 9). La relazione del palazzo con la famiglia Carafa del ramo della Stadera è testimoniato ancora oggi dai bassorilievi presenti ai lati di uno dei due portali prospicenti piazza Sedile (quello ubicato difronte all’attuale biblioteca), raffiguranti delle stadere. La stadera è un antico tipo di bilancia basato sul principio della leva, ed oltre ad essere l’emblema degli antichi duchi di Corato, rappresentava l’equità della giustizia, che quotidianamente era amministrata in piazza Sedile, nonché il commercio, in quanto la piazza era anche sede del mercato cittadino.