Carte in dimora 2023 - Archivi e Biblioteche: storie tra passato e futuro - II edizione 7 ottobre 2023 - Toscana
anno 2023
Archivio Mazzei
Dal 07-10-2023
Descrizione
In quest'occasione sarà possibile visitare il giardino del castello con introduzione alla storia dell’edificio e delle famiglie proprietarie. Per proseguire con la visita all’archivio, con la presentazione di alcuni documenti scelti a rappresentarne le varie tipologie (patrimoniali, contabili, personali). Orario di apertura: 10-13/15-17 Prenotazione obbligatoria al form sottostante
Dimora: Castello di Fonterutoli
Sede storica della famiglia Mazzei dal 1435 da ben 24 generazioni, il borgo di Fonterutoli mantiene oggi intatto il suo aspetto di origine Medievale. Le sue origini sono antichissime, attestate da una necropoli etrusca nei pressi del borgo e una strada romana che lo attraversa, la famosa via Romea. Un piccolo numero di edifici in pietra, la chiesa di San Miniato nella piazza del Paese, la villa sorta alla fine del 1500, al posto del castello fortificato, e tutto il fascino di un luogo rimasto immutato nel tempo. Già conosciuto in epoca etrusca e successivamente in epoca romana con il toponimo "Fons Rutolae" e "Fons Rutilant" fu considerato come punto di sosta e ristoro per chi viaggiava tra Firenze e Siena. Fin dall'epoca romana Fonterutoli era un importante borgo. Da qui passa la via Romea, ancora oggi battuta da pellegrini provenienti da tutto il mondo. Qui Ottone III, Imperatore del Sacro Romano Impero, nel 998 dispose con atto rogato i possessi della Chiesa aretina nel Comitato senese. Sempre a Fonterutoli nel 1202 e 1208 furono firmati i trattati di pace che definirono la storica assegnazione del Chianti al territorio della Repubblica Fiorentina. A questo proposito esiste una leggenda popolare secondo la quale nei primi anni del XIII secolo i Podestà di Firenze e Siena, logorati dalla perenne guerra chiantigiana, decisero di affidare la definizione dei confini a una corsa tra due cavalieri, che sarebbero dovuti partire al primo canto del gallo, uno da Firenze e l'altro da Siena. Nel punto di incontro sarebbe stato fissato il confine. I Fiorentini scelsero un galletto nero, magro e affamato che cantava in continuazione per la fame: per questo, il mattino della gara, il galletto fiorentino lanciò il suo canto ben prima dell'alba, consentendo al cavaliere fiorentino di partire con grande vantaggio e di percorrere molta strada prima dell'incontro, che avvenne quasi in vista di Siena, proprio a Fonterutoli. Leggenda o storia, Firenze portò il proprio confine a Fonterutoli sulla linea di Castellina, Radda e Gaiole e costituì la Lega Militare e Amministrativa del Chianti assumendo come emblema il Gallo Nero. I primi documenti riguardanti i Mazzei - originari della zona vinicola di Carmignano - sono dell'inizio del XI secolo. A quest'epoca risale lo stemma più antico della famiglia, che riporta tre martelli di legno, arnesi tipici dell'arte dei Maestri Bottai e Dogai. È invece nel Trecento che nello stemma appaiono le tre mazze di ferro che vi figurano ancora oggi. Fin dalle loro origini i Mazzei svolgono l'attività di viticoltori e partecipano attivamente alla vita mercantile e professionale a Firenze, giungendo a occupare importanti cariche di governo. Ser Lapo Mazzei (1350-1412), viticoltore a Carmignano e appassionato all'arte del vino, è Notaio della Signoria fiorentina, Ambasciatore e Proconsole dell'Arte dei Giudici e dei Notai. Ser Lapo Mazzei è anche considerato il "padre" della denominazione Chianti: a lui si deve il primo documento conosciuto sull'uso della denominazione, apparsa in un contratto commerciale a sua firma, datato 16 dicembre 1398. "E de' dare, a dì 16 diciembre (1398), fiorini 3 soldi 26 denari 8 a Piero di Tino Riccio, per barili 6 di vino di Chianti ....li detti paghamo per lettera di Ser Lapo Mazzei". (Archivio Datini) È però alla nipote di Ser Lapo Mazzei, Madonna Smeralda, andata in sposa a Piero di Agnolo da Fonterutoli, che i Mazzei devono la proprietà di Fonterutoli, trasmessa dal 1435 fino a oggi, attraverso 24 generazioni.. Castello di Fonterutoli: Il regno delle diversità Una terra unica, alla quale il disfacimento di rocce di alberese e di arenaria ha conferito un'anima pietrosa, complessa. La conoscenza secolare, da parte della famiglia Mazzei, del terroir di Castello di Fonterutoli ha permesso di valorizzare al meglio questo terreno povero e roccioso. Il risultato sono vini che fanno proprio della diversità e complessità la loro cifra stilistica. L'azienda copre una superficie complessiva di 650 ettari, di cui "soltanto" 117 di vigneti specializzati articolati in cinque zone poste tra i 220 e i 550 metri sul livello del mare, a loro volta suddivise in 120 singole parcelle. Il tutto in perfetta armonia con altre colture più marginali e con i boschi, ambiente ideale per diversi tipi di selvaggina che lo popolano allo stato naturale. Le uve provenienti dalle 120 parcelle vengono raccolte a mano, vinificate e maturate in legno separatamente, traducendo il valore della diversità in una straordinaria ampiezza di aromi e complessità.
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