XIV GIORNATA NAZIONALE - DOMENICA 26 MAGGIO 2024 - QUI L'ELENCO - Toscana
anno 2024
CENTRO STORICO - PALAZZO CORSINI SUL PRATO
Dal 26-05-2024
Descrizione
In occasione della della XIV Giornata Nazionale A.D.S.I 2024 sarà possibile visitare gratuitamente il giardino di Palazzo Corsini sul Prato. Orario di apertura: 15.00-18.00 Ingresso libero, senza prenotazione Ore 16.00 Concerto a cura della Scuola di Musica di Fiesole Programma musicale: Pietro Domenico Paradisi (Napoli 1707 – Venezia 1791) Toccata dalla Sonata n. 6 arr. H. Renié e Le due Selene Gioachino Rossini (Pesaro 1792 – Passy 1868) Preghiera da “Mosé in Egitto” arr. John Thomas Bernard Andrès (Belfort 1941) Parvis, Cortége et Danse pour deux harpes Jean-Michel Damase (27 January 1928 – 21 April 2013) Sonatine pour deux harpes Allegro Andante Allegro Le Due Selene Aran Spignoli Soria arpa Nora Spignoli Soria arpa
Dimora: Palazzo Corsini sul Prato
La facciata di uno dei palazzi lungo quello che era noto come il Prato di Ognissanti, nasconde uno dei giardini più affascinanti di Firenze, la cui semplice e rigorosa bellezza riesce, ancora oggi, a riempirci di ammirazione e stupore. Nel 1591 Allessandro Acciauoli, acquistato un terreno sul Prato d’Ognissanti, si rivolse a Bernardo Buontalenti, uno dei più illustri architetti dell’epoca, affinché vi progettasse un “casino di delizie” immerso in un vasto giardino. Una dimora di non grandi dimensioni destinata a brevi soggiorni e adatta ad organizzarvi feste e spettacoli per una ristretta cerchia di amici. Il fallimento, pochissimi anni dopo, del banco de Ricci in cui era coinvolto Alessandro Acciauoli, non permise all’architetto di completare l’opera. Dalle carte della famiglia si evince che al momento del dissesto finanziario, il palazzo non era stato del tutto finito mentre era stato terminato il giardino per il quale il Buontalenti aveva progettato un complesso impianto idraulico per condurre l’acqua alle fontane. Era stato realizzato l’arredo statuario ed erano stati tracciati i percorsi delimitati da rare e sontuose spalliere di cedri. Tra le numerose statue che ornavano lo spazio verde figuravano le famose “quattro stagioni” (1595-1597) che oggi si trovano ai due capi del ponte Santa Trinita: l’ “Estate” e l’ “Autunno” di Giovanni Caccini, la “Primavera” di Pietro Francavilla e l’ “Inverno” di Cristofano Stati. Le sculture furono acquistate da Ferdinando de’ Medici dopo la loro requisizione a risarcimento del prestito a lui concesso, e solo parzialmente restituito, e collocate sul ponte nel 1606 in occasione dei festeggiamenti del matrimonio di Cosimo II con Maria Maddalena d’Austria. In una coeva descrizione del giardino scritta da Agostino del Riccio, illustre agronomo dell’epoca, si elogia la bellezza delle statue che si stagliano contro il verde scuro e lucente delle quinte di agrumi e la rarità e varietà delle piante e delle essenze coltivate. Un’altra importante scultura fece parte, per quanto solo per pochi anni, dell’arredo del giardino Acciauoli: il “Bacco” del Giambologna, oggi al Bargello, primo bronzo monumentale dello scultore e probabilmente utilizzato come ornamento di una fontana. Con il fallimento del 1595 la proprietà, precedentemente donata da Alessandro alla moglie Caterina Capponi, venne requisita insieme agli altri beni e solo nel 1620 venduta a Filippo Corsini. Dalla descrizione redatta al momento della vendita possiamo dedurre che il “casamento grande” fosse un edificio caratterizzato da un piano terreno molto rialzato rispetto al livello del prato e bene aperto alla luce e al verde del giardino. Una grande terrazza coperta costituiva l’ambiente essenziale dell’intero edificio. Oggi del Buontalenti, riconosciamo la loggia e le grandi finestre inginocchiate. Filippo e Maddalena Corsini diedero l’incarico di completare il casino a Gherardo Silvani che intervenne anche sull’assetto del giardino. L’opera del Silvani si intuisce in alcuni particolari degli ambienti terreni, quali le decorazioni nelle modanature architettoniche. E’ nella parte del giardino all’italiana comunque, delimitato dalle grandi limonaie, con le aiuole geometriche dal raffinato disegno, le siepi di bosso, le conche dei limoni e il viale centrale con le statue, che si manifesta chiaramente il gusto barocco dell’architetto, la sua propensione alla scenografia. Per aumentare l’impressione di maggiore lunghezza e profondità del viale l’architetto usò l’artificio di porre le statue e i rispettivi piedistalli ad altezze via via degradanti. Ad ulteriore conferma che il punto di vista fondamentale era quello dal loggiato posteriore del casino verso via della Scala e non viceversa, anche il putto e i due leoni, posti a coronamento del cancello e dei pilastri laterali, sono con il volto e i musi rivolti verso l’interno e non, come sarebbe logico aspettarsi, verso la strada. La prima metà dell’Ottocento assume un’importanza decisiva per la storia del casino e del giardino: nel 1834 questa residenza viene destinata ad abitazione di don Neri e di sua moglie Elenora Rinuccini i quali commissionano una serie di lavori, sia di carattere architettonico che decorativo. Viene rialzato il tetto, si costruisce una nuova scala a pozzo, un grande stemma di famiglia affiancato da due ippogrifi viene posto sulla facciata del palazzo e alcune sale vengono affrescate. Tra gli artisti coinvolti in questo progetto ricordiamo Ulisse Faldi, Gaetamo Baccani, Luigi Giovannozzi e i pittori Giuseppe Ghepardi, Gaspero Martellini e Pasquale Saviotti. Negli stessi anni anche il giardino subisce delle modifiche in chiave romantica: si creano dei boschetti, una montagnola ed un laghetto, una trasformazione che è ancora oggi leggibile nelle due masse boscose che chiudono come due quinte verdi il giardino. L’ultimo intervento sul casino è dei primi del Novecento quando fu commissionato a Vincenzo Micheli un nuovo edificio in stile rinascimentale da costruire accanto all’antico palazzo. Il giardino, come lo vediamo oggi, con la sua fioritura primaverile di cisto rosa e rosso, di lavanda, rose, peonie e ciliegi da fiore, è stato oggetto di un intervento di sistemazione da parte di Oliva di Collobiano e presenta, oltre i due parterres geometrici, le limonaie, con pavimento di terra, grandi sportelloni di legno e larghi muretti per sostenere le conche di agrumi, e un prato con tigli secolari.
Indirizzo
Via Il Prato 58
50123 Firenze FI