XIV GIORNATA NAZIONALE - DOMENICA 26 MAGGIO 2024 - QUI L'ELENCO - Toscana
anno 2024
Centro Storico - Palazzo Ginori
Dal 26-05-2024
Descrizione
In occasione della XIV Giornata Nazionale A.D.S.I. 2024 il cortile di Palazzo Ginori sarà visitabile gratuitamente. Prenotazione obbligatoria al form sottostante. Orario di apertura: 10:00-13:00/14:30-18:00 n.b. non sarà possibile introdurre animali all'interno del cortile
Dimora: PALAZZO GINORI
L'origine di palazzo Ginori risale al 1515, quando Carlo Ginori, già proprietario di alcune case nel borgo di San Lorenzo, acquistò altri tre edifici sui quali fece costruire, tra il 1516 ed il 1520, l'attuale edificio, ricordato tra i più notevoli dell`epoca. La perdita, dall'archivio familiare, di un libro contenente alcune notizie attinenti la costruzione del palazzo, impedisce di stabilire con certezza l'autore del progetto. Tuttavia la critica è concorde, per varie ragioni, nel ritenerlo opera di Baccio d'Agnolo, architetto che aveva già lavorato per Carlo Ginori, e che sembra si fosse occupato anche della costruzione, per la stessa famiglia, della villa nei pressi di Calenzano, denominata la Torre di Baroncoli. L'attribuzione del progetto a Baccio d'Agnolo giustificherebbe inoltre le notevoli somiglianze tra palazzo Ginori e palazzo Guadagni in piazza Santo Spirito, opera del Cronaca, del quale Baccio fu allievo. La facciata di palazzo Ginori è scompartita in sei assi, si sviluppa su tre piani e termina con il loggiato superiore; le belle finestre a tutto sesto incorniciate da bugnato scandiscono i due piani, mentre il piano terreno presenta cinque finestre rettangolari ed il portone d`ingresso - in legno chiodato - sistemato sotto la quarta finestra. Fino all'Ottocento il palazzo presentava esternamente la seggetta da via, tolta in quel secolo per ordine del Comune. Appena ne fu ultimata la costruzione, la facciata del palazzo fu decorata con pitture a chiaroscuro - oggi perdute - raffiguranti la storia di Sansone, opera di Mariano da Pescia, allievo di Ridolfo del Ghirlandaio; si trattava di uno dei primi esempi di un genere ornamentale delle facciate che ebbe una rapida affermazione agli inizi del XVI secolo, cadendo però ben presto in disuso. Tra il 1691 e il 1694, in seguito all'acquisto di una casa con orto prospiciente via Della Stufa, il palazzo fu ampliato sulla parte posteriore per opera del giovane architetto Lorenzo Merlini, il quale progettò un fabbricato che circonda su tre lati un giardinetto, con al centro una “fonte in terra alla francese” che veniva rifornita, per gentile concessione del granduca, dall'acqua proveniente dal Casino di San Marco. Il Merlini progettò una loggia a due ordini di arcate tra paraste binate per il prospetto tergale, e un finto loggiato, sempre con paraste binate, per le facciate laterali e per quella su via della Stufa, che racchiudono al centro, rispettivamente, aperture timpanate e cancello affiancato da due nicchie con statue. Nella prima metà del Settecento, in seguito all`acquisto di un edificio contiguo che era appartenuto a Baccio Bandinelli, il palazzo fu ulteriormente ingrandito e conobbe in questi anni, durante la vita del marchese Carlo (1702-1757) e della consorte Elisabetta Corsini, un particolare splendore: feste e ricevimenti animarono le sue sale, frequentate da principi ed importanti personalità straniere. Risale a questi anni la creazione di un gabinetto di chimica e fisica nel quale furono compiuti i primi esperimenti che prelusero alla fondazione della storica manifattura di porcellane di Doccia (1737) ad opera dello stesso Carlo Ginori. I lavori che furono compiuti nel palazzo nei secoli seguenti riguardarono prevalentemente gli arredi ed alcune ristrutturazioni interne. In queste opere di restauro venne profondamente alterato l`antico cortile a colonne che, verso la metà dell`Ottocento, venne ripavimentato con lastre di marmo e chiuso da un lucernario in ghisa e cristallo. La scala, che dal cortile saliva ripida e stretta, fu eliminata e sostituita, in un ambiente attiguo, da un'altra più monumentale in fortissimo aggetto che gira le sue dieci larghe e comode rampe attorno ad un grande vano centrale. Queste trasformazioni, effettuate sotto la direzione dell'ingegner Felice Francolini e dopo il matrimonio, nel 1846, di Lorenzo Ginori Lisci (1823-1878) con Ottavia Strozzi, conferirono al cortile l'aspetto di un ambiente abitabile, impressione cui contribuisce il prezioso arredo che lo decora. Porticato su quattro lati, le volte sono sostenute da peducci e da colonne coronate da raffinati capitelli compositi. Una bella fontana marmorea, risalente al Cinquecento, è collocata al centro del cortile. Su di una parete è collocato un cartellone stemmato con le armi Ginori - Minerbetti mentre sulla parete adiacente è stato sistemato un affresco staccato proveniente da un tabernacolo di Sesto Fiorentino, con relativa sinopia, raffigurante l'“Incoronazione della Vergine”, opera di Francesco di Michele del 1385 circa. Di particolare interesse sono i due orci risalenti al XVI secolo, provenienti da Montelupo, e la robbiana con lo stemma Ginori - Bartolini Salimbeni, proveniente dalla villa di Baroncoli. Sulla parete di fondo è da osservare la lente ustoria, di fattura fiorentina, che servì per fare i primi esperimenti di lavorazione della porcellana: sistemata un tempo sul tetto del palazzo, la lente veniva orientata verso il sole, in modo tale da dirigere i raggi solari per la fusione delle terre. Di recente, nel 2003, il cortile ha subito un importante restauro durante il quale sono stati ritrovati gli originari colori settecenteschi che impreziosivano l`ambiente: il delicato verde salvia sulle pareti e il rosso pompeiano sul fusto delle colonne.