XIV GIORNATA NAZIONALE - DOMENICA 26 MAGGIO 2024 - QUI L'ELENCO - Toscana
anno 2024
Centro Storico - Palazzo Antinori Aldobrandini
Dal 26-05-2024
Descrizione
In occasione della XIV Giornata Nazionale A.D.S.I. 2024 il giardino di Palazzo Antinori di Brindisi Aldobrandini sarà visitabile gratuitamente. Ingresso libero, senza prenotazione. Orario di apertura: 10.00-13.00/14.30-18.00
Dimora
Una volta questo tratto di strada si chiamava canto alla Cucùlia, dall’uccellino tenuto in mano dal Gesù Bambino dipinto nel tabernacolo all’angolo della strada. Dalle carte catastali apprendiamo che, nel 1488, Antonio di Tommaso Antinori acquistò da messer Tommaso Soderini una casa che si estendeva fino a via Maffia. Poco tempo dopo comprò una giunta a detta casa da Giuliano di Agostino di Cosimo. Si venne così a costituire il primo nucleo del palazzo che diventò dimora di questo ramo della famiglia, che si distinse per numerosi senatori e letterati. Nel Settecento Giovanni Gaetano Antinori, seguendo la moda del tempo, raccolse nel palazzo una delle più importanti collezioni di antichità della città. Alla metà dell’Ottocento questo ramo della famiglia ereditò i titoli e il patrimonio degli Antinori duchi di Brindisi, che dal Quattrocento si erano stabiliti in Campania. Nel 1853 Amerigo Antinori (1828-1902) intraprese una serie di imponenti lavori di ingrandimento e di ristrutturazione del palazzo affidando il progetto all’architetto Giuseppe Poggi. Il Poggi progettò un’entrata separata per gli inquilini e costruì un nuovo grande ingresso al palazzo con un apposito passaggio per le carrozze che potevano così comodamente uscire da via Maffia. Nel 1893, nel rinnovato palazzo, il duca Amerigo, amministratore del patrimonio privato dei Lorena, ospitò la granduchessa Maria Antonia vedova di Pietro Leopoldo II ormai in esilio da molti anni. I giornali dell’ epoca raccontano che a riverirla non accorsero solo gli amici aristocratici ma anche moltissimi abitanti del quartiere. Con l’estinguersi di questo ramo della famiglia il palazzo passò ai principi Aldobrandini ai cui eredi ancora oggi appartiene. La sobria facciata ottocentesca nasconde i bellissimi spazi interni realizzati dal Poggi. Varcato l’elegante cancello in ferro si accede al vasto atrio d’ingresso coperto con volte ribassate e arredato da sculture raffiguranti antiche divinità. Sulla sinistra si apre il monumentale scalone diviso in più rampe e decorato da stucchi e grandi vetrate a specchio con stemma Antinori. L’abilità del Poggi come architetto si dimostrò pienamente nel piccolo giardino, dove ampliò illusionisticamente il ristretto spazio, creando una montagnola artificiale coperta da rocce, siepi e piante. Progettò una rampa in pietra che sale ripida fino alla grande loggia a vetrate in stile neorinascimentale collegata al palazzo con un ponte sospeso. Oggi un bellissimo glicine avvolge romanticamente tutta la loggia. Palme, lecci e siepi di alloro arredano il giardino. In fondo sul lato verso via Maffia sono poste le scuderie, racchiuse da un alto muro dipinto alla fine dell’Ottocento in stile neomedievale con finto bugnato e coronato da merli in pietra. Si racconta che il muro fu innalzato all’epoca di Firenze Capitale quando il palazzo era affittato ad un diplomatico Ottomano che in questo modo voleva nascondere ai vicini le donne del suo Harem.