XV Giornata Nazionale A.D.S.I. - 25 maggio 2025 - Toscana
anno 2025
Tavarnelle Val di Pesa - Premiata Fattoria di Muricci
Dal 25-05-2025
Descrizione
In occasione della XV Giornata Nazionale A.D.S.I 2025, il giardino, il pianterreno e le cantine della Premiata Fattoria di Muricci saranno visitabili gratuitamente. Prenotazione obbligatoria tramite il form sottostante Orario di apertura: 10:00-13:00 / 14:30-17:30
Dimora
La Fattoria di Muricci compare per la prima volta nel 1589 nelle Piante di Popoli e Strade dei Capitani di Parte Guelfa nella carta 172 Potesteria di Barberino di Val d'Elsa, Popolo di San Bartolommeo a Palazzuolo. Nella mappa la casa, molto più piccola, è già indicata come casa da Signore ed è di proprietà di Madonna Maddalena del Riccio. E’ comunque certamente identificabile per la presenza del tabernacolo, oggi trasformato in cappellina privata, sulla strada di Noce, poco prima dell’attuale cimitero, per la lunga strada di accesso, oggi trasformata a partire dagli Anni ’20 del Novecento in monumentale viale di cipressi e per la presenza del pozzo di fronte all’abitazione, nello stesso luogo in cui si trova ancora oggi. XVII-XX secolo Nel 1610 il Capitano Nicola Capponi sposa Vittoria di Pier Antonio del Riccio e fra i beni che la sposa porta in dote è presente anche il podere di Muricci piccolo. Il figlio di Nicola Capponi, Ferrante (1612-1689) non ebbe discendenza e con lui terminò quel ramo della famiglia Capponi; Ferrante aveva sposato una cugina, Margherita di Tommaso Capponi e dal momento che il predetto Ferrante di Nicola era assai legato al cugino Camillo di Gino Capponi (1623-1693) ed era anche il padrino del figlio di Camillo che si chiamava Ferrante come lui, lo lasciò nel 1682 erede universale dei suoi beni. In questo modo la Fattoria di Muricci entra a far parte del patrimonio di quel ramo della famiglia Capponi tutt'ora esistente. Agli inizi del XIX secolo l'immobile fu oggetto di un importante ristrutturazione che, partendo negli anni Venti con la costruzione della cantina monumentale, si concluse nel 1853. La Fattoria fu completamente trasformata eliminando i corpi di fabbrica che via via si erano aggiunti al blocco cinquecentesco e dandole l'aspetto che ancora oggi mantiene. Furono adottate innovative soluzioni strutturali, che ne fecero un modello di modernità rispetto alla sua epoca. Nel 1861, alla Prima Esposizione Nazionale di Firenze la Fattoria di Muricci ottenne ben tre medaglie d'oro. I Capponi rimasero proprietari di Muricci fino al 1896 quando fu venduta alla marchesa Ernesta Canonici Mattei dei Duchi di Giove del fu Carlo, nata a Ferrara e moglie del marchese Alfonso De Ghantuz Cubbe, una famiglia originaria di Aleppo in Siria, presenti a Livorno dalla fine del XVIII secolo e ammessi alla nobiltà livornese nel 1836. Proprio il marchese Alfonso porterà sul lastrico la propria famiglia attraverso iniziative rischiose e scelte azzardate che costrinsero la marchesa Ernesta alla separazione per salvare il proprio patrimonio e la famiglia Ghantuz Cubbe a trasferirsi da Livorno a Roma nei primi anni Venti. Fu nell’ambito di questo allontanamento dal marito, sposato nel 1893, e dalla Toscana, che la marchesa vendette la Fattoria di Muricci al Cavalier Brunetto Calamai, industriale tessile di Prato, in data 30 Dicembre 1918, dai discendenti del quale è tuttora posseduta. Negli ultimi anni un complesso programma di restauro che ha coinvolto l'immobile nella sua interezza ha consentito di ripristinare il fascino originario di questa casa, senza per questo rinunciare alle comodità a cui la vita di oggi ci ha abituato. Il Comune di Tavarnelle ha inserito la Fattoria di Muricci nei beni culturali architettonici presenti sul territorio comunale già dagli anni Novanta del Novecento. Brunetto Calamai (1863-1936) che acquistò la Premiata Fattoria di Muricci nel 1918, fu un industriale illuminato e di ampie vedute ed una delle figure di maggior rilievo nel panorama industriale e cittadino di Prato fra la fine del XIX e gli inizi di quello successivo; oltre ad essere stato un precursore in campo tecnico, importando per primo a Prato nel 1891 dall’Inghilterra il filatoio meccanico automatico, fu anche assai attento alle necessità delle maestranze operaie (lo stabilimento Società Anonima Calamai arrivò ad avere fino a 1.500 dipendenti) continuando a pagare il salario anche agli operai che erano stati richiamati in guerra durante la Prima Guerra Mondiale del 1915/18, pur non essendo tenuto a farlo per legge. Si interessò ai problemi sociali e dell'istruzione popolare, istituendo nel suo lanificio una scuola per l'istruzione elementare degli operai e dei loro figli. Sostenne la funzione primaria dell'istruzione tecnica - che ritenne fondamentale per una città a sviluppo prevalentemente industriale - occupandosi del locale istituto tecnico e dell'istituto commerciale Nicastro. Fu inoltre per circa quaranta anni consigliere dell'istituto T. Buzzi di Prato. Nel 1907 si fece promotore di una società cooperativa per la costruzione di case per gli impiegati e gli operai del suo stabilimento (progetto che venne realizzato pienamente nel 1937), e fondò una società di mutuo soccorso e di assistenza civile per gli operai. Creò nella sua fabbrica il primo gruppo aziendale dopolavoristico pratese. Fondò inoltre a proprie spese la scuola Corsi pratici di Commercio Brunetto Calamai, dedicata all’istruzione ed alla formazione dei figli degli operai della propria fabbrica. Nel 1897 fu tra i fondatori dell’Associazione Arte Lana di Prato. Sempre interessato alle novità in campo tecnico e architettonico, in occasione dell’ampliamento dello stabilimento chiamò a progettare la nuova ala il giovane Pier Luigi Nervi che realizzò fra il 1922 ed il 1930 i nuovi ambienti della tintoria e dei magazzini, tutt’oggi esistenti.
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Contatti
Sito internet: www.muricci.com