XV Giornata Nazionale A.D.S.I. - 25 maggio 2025 - Toscana
anno 2025
Centro Storico - Palazzo Ridolfi
Dal 25-05-2025
Descrizione
In occasione della XV Giornata Nazionale A.D.S.I. 2025 il cortile di Palazzo Ridolfi sarà visitabile gratuitamente. Orario di apertura: 10:00-13:00 / 14:30-18:00 Ingresso libero, senza prenotazione
Dimora
Tra gli esempi più puri dell’architettura tardo cinquecentesca fiorentina, il palazzo fu costruito incorporando le antiche case dei Corbinelli che, passate nel Cinquecento in proprietà ai Sangalletti, furono ricomprate nel 1585 dagli Zanchini da Castiglionchio. Al senatore Giovan Battista Zanchini si deve la costruzione nella seconda metà del Cinquecento di questo palazzo ad opera, molto probabilmente, dall’aretino Santi di Tito, artista versatile che seppe sempre conservare nelle sue opere un sincero attaccamento alla tradizione fiorentina. L’edificio mostra alte qualità stilistiche nella costruzione, rilevabili nel grandioso portale con gli originali stipiti posti di sbieco, le eleganti finestre del primo e secondo piano e il grande stemma Zanchini, posto sull’angolo di via Sguazza, e composto da catene raccolte al centro in un anello a formare la croce di Sant’Andrea. Al piano terreno numerose porte architravate mostrano una cartella lineare in rilievo con il nome del committente, e all’interno si apre un elegante cortile dalle forme classiche che si allineano alla tradizione rinascimentale. Il grande porticato che lo fiancheggia su due lati ripete un motivo che si riscontra in altri cortili precedenti come nei palazzi Salviati e Ginori: il porticato vicino all’androne d’ingresso è coperto con volte a crociera, mentre l’altro del lato opposto, più grande e più profondo, si conclude con una volta a botte su lunette. Dal cortile si accede a una seconda corte posteriore, nella quale si nota un antico arco cieco in pietra con peducci stemmati e due originali trabeazioni laterali. Il palazzo è uno degli esempi più eloquenti di rigore "classicista" alla fine del Cinquecento, che ignora le novità del Manierismo, tanto che alcuni avevano ipotizzato che avesse inglobato delle preesistenze: in realtà fu l’architetto, e forse anche il committente, a rifarsi volutamente agli ideali del purismo e della misura più strettamente rinascimentale, seguendo lo stile di Baccio d’Agnolo piuttosto che dell’estroso Bernardo Buontalenti. Nel 1843 il marchese Cosimo Ridolfi, già proprietario del contiguo palazzotto, acquistò questo immobile che era di maggiore ampiezza, e l’unì al precedente ottenendo così una residenza più consona all’importanza della sua secolare casata, che nei secoli era stata tra le più autorevoli dello stato fiorentino e aveva avuto una serie di personaggi eminenti per cariche politiche, ecclesiastiche e per virtù personali.